Esperienza di una formazione SCI: lavorare su se stessi e imparare dagli altri

Di seguito la testimonianza di Elisa, che ha partecipato la scorsa primavera alle formazioni di primo e secondo livello del Servizio Civile Internazionale Italia.

Ho seguito la formazione del Servizio Civile Internazionale nella primavera 2018, il primo incontro in una bella giornata di aprile e il secondo a metà giugno. Credo di poter dire che l’esperienza della formazione – soprattutto quella di secondo livello – sia già di per sé come un piccolo campo di volontariato, dove la prima cosa che si impara è come stare insieme: in cerchio, esprimendo le proprie sensazioni, cercando di buttare via quelle paure che ci allontanano ogni giorno dai nostri traguardi (e dai nostri desideri).
Vivendo insieme, anche se per poco, e condividendo la quotidianità, in qualche modo si lavora su sé stessi e si impara come relazionarsi agli altri a partire dal semplice “Chi lava oggi i piatti?” (che potrà sempre essere utile all’interno di un campo con degli sconosciuti).
La seconda cosa che si apprende – e non per ordine di importanza – è che dobbiamo imparare ad ascoltare davvero e a non essere portatori di verità in ogni luogo in cui andiamo: confrontarsi, capire il punto di vista dell’altro, accoglierlo e magari“trasformarsi” insieme.

Le formazioni mi hanno aiutata a riflettere tantissimo su questo argomento e su come il nostro approccio alla vita sia spesso rigido, incapace di dialogare o cambiare prospettiva.

Infine, i giochi: non si è mai troppo grandi per divertirsi giocando e questo è quello che abbiamo fatto (anche) durante le formazioni. Con il gioco abbiamo imparato, abbiamo impersonato dei ruoli, abbiamo cercato di capire e abbiamo fallito.
Un metodo di relazione ed educazione che fa sentire subito tutti a proprio agio, nonostante ognuno sapesse pochissimo – o quasi nulla – della persona che aveva di fronte.

 

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