Utopie contro la guerra – L’incontro con Yosef, partecipante di un seminario antimilitarista

Dal 16 aprile al 22 aprile 2023, si è svolto a Roma, nella Città dell’Utopia con l’aiuto del Servizio Civile Internazionale Italia il seminario internazionale “Utopias against war” che appartiene al progetto “No War Anywhere!” del Servizio Civile Internazionale finanziato dalla European Youth Foundation.

Durante una settimana, partecipanti di diversi contesti e paesi erano confrontati al pensiero utopico e alla tematica dell’antimilitarismo al fine che i partecipanti pianificano delle future campagne antimilitariste. Più generalmente si è discusso dell’importanza dell’antimilitarismo e dei modi di agire per un mondo senza guerra. Tra loro, abbiamo intervistato Yosef, un partecipante mandato dallo SCI Italia.

 

 

“Mi chiamo Yosef, sono un curdo di Turchia, ho una laurea in giurisprudenza e una formazione di avvocato ma qui sono un volontario dei Corpi Europei di Solidarietà da 11 mesi in Italia. In poco tempo, farò un volontariato (EVS) di permacultura in Svizzera con SCI Svizzera.

 

Perché questo interesse per il volontariato e i progetti internazionali?

Prima di tutto, è necessario parlare di essere un volontario, in particolare quale sono le principale motivazioni dei partecipanti ai progetti di volontariato europei nel partecipare a questi progetti. Le motivazioni per fare il volontario si possono discutere e criticare. Per esempio: vogliamo “aiutare” e partecipare a un progetto preciso per supportare le persone, supportare le associazioni che lavorano per i gruppi svantaggiati o vogliamo viaggiare, conoscere culture? Naturalmente ci possono essere diverse motivazioni che si mescolano. Inoltre, è necessario discutere i processi di selezione che determinano i partecipanti ai progetti. Quali criteri vengono presi in considerazione in questi processi? Ci sono partecipanti con barriere per il visto, cittadini di paesi che non possono partecipare ai progetti… 

Per me, partecipare a questo tipo di progetto all’inizio non era solo per il volontariato ma anche per lasciare il mio paese’. Tuttavia, questa esperienza di volontariato di quasi un anno ha portato grandi cambiamenti a me e alla mia vita. Vivo nel sud Italia, che ha una cultura vibrante e ho imparato molto. Organizziamo attività di volontariato con molte organizzazioni non governative, queste esperienze mi hanno dato molti spunti per una società civile forte e democratica, sto anche imparando l’italiano. Devo aggiungere che questa esperienza è stata molto benefica per il mio sviluppo personale.

Infine, cerco sempre una maniera più giusta di farlo, di correggerla e migliorarla. Dobbiamo criticare e cambiare il volontariato. Per questo motivo voglio continuare ad avere una riflessione e azione attive nel quadro del volontariato. Ho intenzione di lavorare e produrre progetti in questo campo in futuro.

 

Allora in questo caso, perché hai deciso di partecipare al seminario Utopias against war sull’antimilitarismo ?

Come avevo scritto nella mia candidatura, non ho un’esperienza professionale o educativa particolare in questo soggetto ma ho un interesso personale legato alla mia identità curda e al paese dove sono cresciuto. Volevo imparare di più su questa tematica e avere più conoscenze. Penso che l’antimilitarismo sia una tematica molto importante da promuovere, soprattutto tra i giovani attivisti in contatto con organizzazioni civili nei loro paesi per farla conoscere. 

Come si è svolto questa settimana e che cosa hai imparato ?

Gli scambi giovanili sono difficili da organizzare ma la settimana è andata molto bene. Perché anche se eravamo tanti, tutti i partecipanti erano presenti nelle sessioni. Tutti erano interessati a parlare della tematica, a imparare e a contribuire a costruire una riflessione comune . Quindi per me, è stato un successo.

Durante la settimana abbiamo cominciato a definire il militarismo e tutti gli altri fenomeni che ci possono essere legati come il patriarcato, l’imperialismo, il colonialismo, il capitalismo e i cambiamenti climatici. Abbiamo continuato con esercizi di pensiero utopico e ci siamo immaginati in un mondo senza guerra. Alla fine, siamo passati su un piano più pragmatico dove abbiamo ottenuto informazioni su come iniziare una campagna antimilitarista, come finanziare, organizzare… Abbiamo finito e previsto di continuare la nostra propria campagna durante la seconda parte di No War Anywhere a Vienna! 

 

C’erano delle cose alle quale non ti aspettavi durante il seminario?

Onestamente, penso che il nome di “seminario” non corrisponda alla mia esperienza. Era molto meno formale di quanto pensassi, stavo pensando che ci saranno delle attività non formali ma mi aspettavo di sentire la storia del movimento antimilitarista o di avere più conoscenze accademiche trasmesse. Alla fine, è stato meglio così. La modalità della meditazione con cui abbiamo immaginato il futuro in 30 anni mi ha sorpreso molto. Immaginare è anche molto importante per portare il cambio, è la prima cosa da fare. È allo stesso tempo molto semplice e difficile. Durante quella attività c’erano delle cose che hanno disturbato la mia progettazione mentale: che pensare di questa realtà? ma è possibile quello che immagino? che dire di altri dettagli? ostacoli? Tutta la nostra realtà è pronta e semplicemente da consumare: per questo motivo è difficile immaginare qualcos’altro perché immaginare significa creare qualcosa di nuovo.

Di conseguenza, mi sono reso conto che l’educazione non formale può essere molto utile anche per temi difficili. D’altra parte, mi sono reso conto ancora una volta che l’interattività e la discussione sono vitali nei processi educativi.

 

Come i partecipanti hanno influenzato la tua comprensione dell’antimilitarismo?

Incontrare nuove persone che hanno conoscenze diverse di te è molto importante perché possono insegnarti e contribuire a cambiare la tua opinione. È sempre qualcosa di beneficiale e di positivo secondo me. Incontrare il diverso significa anche conoscere il diverso, questo è quello che ho sperimentato in questo seminario. Ho avuto informazioni sulle problematiche di cui fino ad ora non avevo sentito parlare o di cui non avevo abbastanza conoscenza, direttamente da chi ha vissuto queste problematiche.

 

Se dovessi definire l’antimilitarismo / il militarismo a qualcuno che non sa nulla su queste tematiche, come lo faresti ? Che simboli sceglieresti?

Parlerei con loro e proverei di trovare qualcosa che hanno nella loro vità o nella loro opinione che è legato alla guerra, o al militarismo. Proverei di trovare qualcosa che li preoccupano nella loro vita quotidiana e di fare il legame con queste tematiche. 

Per la seconda domanda; possono essere cliché ma sceglierei delle figure come Gandhi, Rosa Parks, Martin Luther King che rimangono dei buoni esempi di campagne non violente. Per ognuno, può essere diverso, più personale, potrebbe anche essere qualcuno che conosco. A questo proposito, direi Tahir Elci, l’avvocato curdo assassinato che era un attivista per la pace e per i diritti umani. Se devo scegliere un’immagine, magari una colomba con un ramo d’ulivo, è la prima cosa che mi viene in mente. 

 

Quale è la cosa che secondo te tutti devono sapere sul militarismo e il suo impatto sul mondo di oggi?

Per me, tutte le persone hanno un’opinione o delle rappresentazioni già esistenti. La cosa la più importante da sapere secondo me è sapere che la presenza del militarismo non è così limitata alla guerra o così particolare. È il risultato di un sistema attuale ed è in relazione con quasi tutto. Per esempio, se si pensa alla scuola, è qualcosa dove siamo educati per tanti anni e quando ci sono degli elementi che fanno la promozione del militarismo può avere un effetto molto forte sulla società. Quindi voglio sottolineare la forte relazione del militarismo con la scuola e l’istruzione; e pertanto non è così distante con la vità quotidiana, al contrario, è incorporato in molte cose.

 

Hai deciso di una campagna antimilitarista che vorresti organizzare?

Non è ancora molto preciso ma mi piacerebbe organizzare una campagna di sensibilizzazione sull’esistenza e la prevalenza del militarismo. Come la rimozione di materiale militaristico dall’istruzione. O sul rafforzamento dei movimenti non violenti: ho avuto l’idea di sostenere i traduttori curdi per questo. Infine, mi chiedo se potrei produrre qualcosa cogliendo una connessione tra permacultura e antimilitarismo. Ovviamente, per questi, devo prima frequentare la seconda fase del seminario, spero di riuscire a partecipare.

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