Le scelte politiche europee e nazionali degli ultimi anni hanno stravolto il ruolo del volontariato, con il conseguente adeguamento a questa evoluzione da larga parte del Terzo Settore, compresa la cooperazione internazionale. In un contesto sociale in cui anche il volontariato è divenuto un prodotto, le dinamiche generate sono quelle di competizione tipiche del mercato, in cui il volontario e la volontaria sono prima di tutto consumatori da attrarre. A ciò concorre l’attuale cornice dei programmi di finanziamento europei (es. Erasmus+), che pone l’accento su visibilità e disseminazione dei progetti finanziati: la forma, spesso veicolata attraverso i nuovi strumenti dell’information communication technology, ha il sopravvento sui contenuti, che dovrebbero contribuire a una crescita umana e sociale dei beneficiari diretti, capaci quindi di mettere in discussione la realtà nell’ottica del cambiamento sociale. Gli aspetti comunicativi stravolgono così l’immaginario del volontariato e dei contesti d’intervento, sempre più legati a un qui ed ora che mette in secondo piano ogni altra riflessione.
Così il volontariato si appiattisce sul suo immaginario stravolto, riducendolo a un’esperienza di solidarietà circoscritta nel tempo e nello spazio, slegata da finalità etiche e sociali e interpretata secondo i canoni del buonismo e del pietismo. In questa maniera si rafforza l’oggettificazione di partner e beneficiari, che subiscono un approccio assistenzialista, mancante di percorsi che favoriscano crescita e autonomia reciproci.
Rivolgendo lo sguardo al nostro interno, abbiamo individuato nei percorsi formativi il principale strumento per per proporre una nostra contronarrazione del volontariato. Questi percorsi, che possono assumere forme molteplici a seconda dell’obiettivo che si pongono, ritrovano nell’educazione non-formale il loro elemento comune. L’educazione non-formale ci permette di discutere del contesto sociale e politico ed è essa stessa politica, perché scardina le dinamiche frontali, quindi verticistiche, di trasmissione delle conoscenze, favorendo la partecipazione di tutte e tutti i partecipanti, lo scambio di saperi e il superamento dell’oppressiva dicotomia educatore/educando (1).
Per queste ragioni, durante l’ultima Assemblea Nazionale SCI tenutasi dal 3 al 5 Novembre 2017 a Berzano di Tortona (AL), abbiamo preso la decisione associativa di investire ancora di più sui percorsi formativi, a partire dall’auto-formazione. Si è così sviluppata l’idea di organizzare un weekend rivolto a coloro che avessero preso parte ad alcune attività SCI negli ultimi due anni e con la partecipazione di chi già si occupa di formazione nella nostra associazione, nell’ottica di confrontarsi su contenuti e metodologie dei nostri percorsi formativi: dal 23 al 25 Febbraio 2018, 30 persone si sono incontrate a La Città dell’Utopia, Roma, con l’obiettivo di garantire una sempre più alta qualità della nostra proposta formativa. Raccontare questi piccoli passi è per noi di vitale importanza, al fine di trasmettere l’operato e il senso che sono dietro la proposta formativa SCI per il 2018: incontri di formazione per progetti di volontariato internazionale, formazione per interventi civili in zone di conflitto, corsi su progettazione europea e attivazione sociale, corso “digital per no-profit”.
Per alcune persone i percorsi formativi proposti dalla nostra associazione sono stati stata una scuola di vita, per altre un modo di conoscere meglio se stessi e le/gli altre/i, per altre ancora semplicemente la via per fare chiarezza sull’esperienza di volontariato internazionale. Se lo spirito di un progetto di volontariato internazionale è lo stesso in Svizzera come in Ghana, in India o Nicaragua, ben diversi sono la situazione che lo ospita, i messaggi e gli stimoli da inviare e da ricevere: la solidarietà corre sul filo del rispetto verso culture altre rispetto alla nostra. Per noi restano una grande occasione di crescita, un modo di percorrere insieme un piccolo tratto di strada.
Una nuova stagione di volontariato internazionale sta per iniziare, ti aspettiamo quindi a una o tutte le nostre proposte formative se:
- Vuoi prendere parte a un campo di volontariato internazionale;
- Vuoi partire per un periodo di volontariato a lungo termine;
- Vuoi coordinare un campo di volontariato internazionale in Italia;
- Sei una studentessa/studente il cui percorso di studi riguarda temi quali educazione non-formale, inclusione sociale e cooperazione internazionale;
- Sei curioso/a di conoscere le attività locali del gruppo SCI più vicino a te.
#preferiSCI, un mondo di campi dal 1920!
Simone Ogno
Segretario Nazionale
(1) Per maggiori riferimenti: Paulo Freire, La pedagogia degli oppressi, Torino, EGA, 2002