Laurie, volontaria francese ne “La Città dell’Utopia” ci racconta la sua esperienza durante il training online “Chapter: Antifascism on the Spotlight”, organizzata nell’ambito del progetto “Challenging Propaganda through Remembrance”.
« Boh, per me, che cos’è il fascismo… Il regime di Mussolini durante la guerra, vicino a Hitler e al nazismo, e basta, no? » Ecco, più o meno, il mio pensiero di alcune settimane fa, da giovane francese « millenial » che abita a Roma da 7 mesi. Lasciate che vi racconti un po’ come fare parte del progetto europeo « Chapter : Challenging Propaganda through Remembrance », mi stia facendo cambiare questa opinione un po’ ingenua…
Infatti, il progetto « Chapter », co-finanziato dal Programma Europe for Citizens, mira a studiare la propaganda fascista utilizzata nella storia, per compararla con quella dei gruppi neo-fascisti e di estrema destra, oggi, in Europa. Il progetto si fonda sull’idea che la propaganda sia proprio la pietra miliare dei regimi totalitari, che mira a un’assenza di riconoscimento delle persone nei confronti dello stato. Detto questo, noi partecipanti del progetto, provenienti da tutta Europa, ci incontreremo per proporre dei modi e degli strumenti per contrastare questa propaganda, tentando di portare un discorso anti-fascista. Lo faremo sia con i media, attraverso un sito web, sia con una campagna online, che si svolgerà assieme a diverse attività nei nostri paesi durante i prossimi mesi, per creare dei gruppi di cittadinanza attiva in tutta Europa. Allora dico « noi », però parlo anche di « voi » che mi state leggendo!
Per prepararci a questo abbiamo avuto un primo appuntamento attraverso i nostri schermi per 10 giorni, in aprile. In questa formazione vi era una grande parte di ricerca, in cui ho arricchito le mie conoscenze storiche e concettuali sul fascismo, l’anti-fascismo, la propaganda… Sembrano dei concetti semplici che impariamo alla scuola media, ma la sapete spiegare facilmente la differenza tra il nazionalismo e il fascismo ? E vi siete già chiesti se la propaganda è sempre brutta, e come differenziarla dell’educazione? Allo stesso tempo, abbiamo studiato la realtà dei movimenti di estrema destra e di anti-fascismo, oggi, nei nostri contesti locali diversi. Essendo una francese che abita in Italia, mi interessa molto vedere come queste questioni si sviluppano diversamente in questi due paesi. Inoltre, questa formazione mi ha permesso di imparare anche come si vive in Bulgaria, Grecia, Germania, Austria, Catalogna, ecc…! La ricerca si fondava sull’idea che per combattere qualcosa, bisogna conoscerla bene.
Ma la forza di questa formazione, secondo me, è stata quella di non fermarsi a studiare i problemi sollevati dall’incremento dei movimenti di estrema destra oggi. Al contrario, abbiamo scambiato anche molto sui modi di proporre una contro-propaganda, studiando, tra altre attività e giochi di ruolo, il movimento di NUDM (Non Una Di Meno) o l’azione di informazione di Dinamo Press. Due esempi concreti e forti di contro-discorso, che si fondano su, e tra, la creazione di una comunità anti-fascista attiva.
La forza della comunità, infine, è probabilmente una delle lezioni più forti che ho imparato da questa formazione. Nonostante si sia svolta su Zoom e in diversi paesi, lo spirito di gruppo era molto “premuroso” e ci ha permesso di avventurarci insieme su degli argomenti che non sono sempre facili. I piccoli giochi, le discussioni più informali, i feedback in piccoli gruppi ci hanno permesso di prenderci cura degli altri a distanza, e vi giuro che non pensavo di potermi commuovere così davanti al mio computer, quando il training è finito!
Perciò, imparare dal passato per proporre dei modi alternativi alla propaganda neo-fascista tra i media, le campagne e l’informazione, facendo comunità e prendendoci cura di noi: ecco, le radici di questo progetto che non vedo l’ora di continuare. Stay tuned per il seguito di questa storia, vi ho raccontato solo il primo Chapter…