Per il Campo di Castellarte prima di tutto voglio dire queste tre cose:
- La cosa più NUOVA: il maiale cucinato in piazza. Non ho mai visto Non potevo nemmeno pensare che esiste questo. In piazza ho visto molti maiali. Li cucinavano . Maiali interi sul fuoco , cucinati in piazza. E tutte le persone intorno contente, che pensano che dopo mangeranno il maiale. Mai visto, questo. Una cosa nuovissima, per me. Perché per me il maiale é haram!
- La cosa più BELLA: l’amicizia tra Tanti nuovi amici. lo al Campo ho incontrato Fernando. Siamo diventati amici. Abbiamo parlato tanto insieme. Lui mi ha detto cose importanti per la mia vita. Mi ha detto: “Se vuoi lavorare, se vuoi costruire bene la tua vita , devi tare formazione. Devi andare a un corso di formazione”. lo ho fatto cosi. Mi sono iscritto a un Corso al Faro. Sono stato preso. Ho fatto questo corso. E andato molto bene. Adesso voglio continuare.
- La cosa più TRISTE: Quando tutto é finito e ci dovevamo lasciare.
···
Sono andato al Campo di Castellarte. E un festival vicino Napoli. lo sono andato ll con Kaba, un ragazzo della Guinea, che ho conosciuto qui a Laboratorio 53. Siamo partiti insieme.
L’organizzazione l’ha fatta Jennifer con un’altra signora del Servizio Civile lnternazionale . Loro hanno spiegato un po’ come funzionano i Campi SCI, dove sono, cosa si deve fare. lo ho sentito e ho pensato che era una buona idea, una buona occasione per viaggiare fuori Roma, conoscere meglio !’Italia, conoscere altre citta. lo appena arrivato in Italia sono stato in altre citta, non solo a Roma. Ma non erano veri viaggi erano TRASFERIMENTI da un centro all’altro. Non c’era conoscenza. Per questo ho detto si a tare il Campo SCI.
Dopo una settimana, più o meno, siamo partiti. Jennifer ha preso i biglietti, ha organizzato il viaggio e ci ha detto gli orari. Siamo partiti in treno da Roma a Napoli. Poi c’era un bus da prendere a Napoli per andare a Mercogliano . A Termini, quando siamo saliti in treno, io e Kaba eravamo molto contenti. Abbiamo messo i nostri sacchetti con dentro il sacco a pelo nello spazio sopra, quello per i bagagli. Quando siamo arrivati alla Stazione di Napoli era tanta la gioia che noi due abbiamo dimenticato i sacchi a pelo. Erano nuovi nuovi. Mai usati. Noi dovevamo andare a prendere il bus e incontrare tutti gli altri. Non c’era tempo per tornare alla Stazione e cercare i nostri sacchi. Siamo arrivati all’appuntamento per il campo di Castellarte. Abbiamo incontrato tutti: Fernando, Giulia, Lisa, Anna , Alessandro, Mericae, Monica, Blanca, Alvaro, Lorena, una signora italiana, e noi due, Kaba e io, Bakare Diaware. Tutti pronti per lavorare.
Siamo andati nella nostra “casa” a Mercogliano. Un posto grande, forse una scuola oppure un ufficio. Non so. C’erano stanze molto grandi. C’era un grande bagno e una grande cucina. Tutto era stato preparato bene. lo e Kaba abbiamo subito detto che avevamo perso i sacchi a pelo. Nessun problema: c’erano i sacchi su ogni letto. Ogni persona aveva il suo letto e lo spazio per mettere il bagaglio. lo ho visto un tavolo con i cassetti e l’ho preso per metiere le mie cose. L’ho messo vicino al mio letto. Solo io avevo un tavolo . Stavo molto bene. Noi dormivamo tutti insieme. In 1O giorni ci siamo conosciuti molto bene. A Mercogliano c’erano le persone importanti che organizzano il festival, 7 o 8 persone. Loro sono venuti a salutarci, a dire “benvenuto!”, a chiedere “Da dove vieni?”, per conoscerci.
Quando abbiamo finito di parlare con queste persone importanti, Alessandro ha organizzato una riunione tra noi. Abbiamo deciso i turni di lavoro per la casa. Ogni giorno 3 persone per cucinare, 3 per lavare i piatti, 3 per pulire il bagno. Abbiamo scritto i turni su un foglio. Alessandro é stato molto bravo a organizzare. lo, quando sono arrivato, sapevo che ero li per un lavoro ma non sapevo QUALE lavoro. Non lo sapevo proprio. L’indomani le persone importanti ci hanno accompagnato al posto del Festival e ci hanno spiegato il lavoro. Castellarte é un festival di arte di strada. Dovevamo pulire bene tutto il posto, le strade, le piante. Dovevamo mettere i segnali stradali per far capire la strada a chi arriva; dovevamo organizzare i posti per il teatro e gli spettacoli, e poi il posto dove mangiare. Dovevamo anche pulire le pentole molto grandi per cucinare.
Le persone importanti ci hanno spiegato tutto e poi hanno lavorato insieme a noi. 11 lavoro era molto. Era faticoso perché era in un paese di montagna. Bisognava sempre salire, portare cose pesanti sopra, scendere. C’erano tante tavole di legno da montare e smontare. Alla fine abbiamo smontato tutto e abbiamo conservato i legni per l’anno nuovo. Il lavoro é stato faticoso ma mi é piaciuto molto. A stare li vedi cose che non sai, scopri altre cose che non conosci. E poi capisci come si lavora con persone di tante nazionalità diverse.
Quando sono arrivato mi sono sentito un po’ perso perché quasi tutti parlavano inglese e spagnolo, non italiano. Non sapevo come dialogare con loro. Alla fine, pero, parlavamo insieme: ogni persona ha imparato qualche parola di un’altra lingua. lo sono arrivato Il che sapevo parlare la mia lingua madre MARAKA e la lingua generale del Mali, Bambara, e poi Francese e un po’ di Italiano. In quei giorni ho imparato parole in Spagnolo [hola – amigo – bailando], in inglese [let’s go home] e ho insegnato parole in Francese.
Stare al campo era bello. Abbiamo montato il teatro e abbiamo visto tanti spettacoli: persone che mangiano il fuoco; donne che ballano in alto, su legni alti, i trampoli; una donna cinese che entra in una grande borsa e balla lì dentro. Persone che cantano e suonano, persone che giocano e si divertono .