“No More War” non è solo uno slogan, ma una rete globale di attivistə che agiscono concretamente contro la militarizzazione del mondo. Emma, volontaria SCI, ha partecipato all’Open Forum in Bulgaria e racconta la sua esperienza.
In un contesto internazionale segnato dalla crescita del militarismo – con conflitti armati in aumento, bilanci per la difesa sempre più alti, il ritorno della leva obbligatoria in alcuni Paesi e la normalizzazione di pratiche violente come i genocidi – il collettivo No More War propone un’alternativa radicale: solidarietà globale, educazione politica e apprendimento non formale come strumenti per resistere.
Un progetto internazionale per connettere attivistə e formatrici/ori
No More War è un’iniziativa internazionale che unisce giovani attivistə e educatrici/ori da diversi paesi del mondo. Nel 2025, il progetto si è articolato in due fasi:
- Open Forum a Bankya (Sofia), dal 28 aprile al 5 maggio
- Festival pubblico nel centro di Sofia, il 30 aprile e il 1° maggio
L’obiettivo era rafforzare l’azione antimilitarista attraverso attività di formazione, incontri in presenza, collaborazioni artistiche e azioni collettive.
La testimonianza di Emma
Emma, giovane volontaria olandese attualmente in Italia con il programma Corpo Europeo di Solidarietà presso il progetto La Città dell’Utopia di Servizio Civile Internazionale, ha preso parte all’Open Forum di Sofia. Questo incontro ha riunito attivistə da tutto il mondo per riflettere sul tema del militarismo e agire insieme. Ecco le sue parole:
“La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di partecipare all’Open Forum No More War a Sofia, in Bulgaria. Era un evento che aspettavo da tempo, seguo da mesi le attività del collettivo all’interno di SCI e i loro obiettivi – l’antimilitarismo e l’educazione alla prevenzione dei genocidi – sono temi che mi stanno molto a cuore.
Durante il forum ho fatto parte di un gruppo di circa 30 attivistə provenienti da contesti, paesi e fasce d’età diversi. Ognunə di noi portava esperienze uniche: studio, militanza, vissuti personali. È stato incredibilmente stimolante incontrare persone così motivate e curiose. In realtà, credo che la maggior parte delle cose che ho imparato le devo proprio alle altre persone presenti.
Insieme abbiamo organizzato un festival nel centro di Sofia: un momento collettivo di condivisione, confronto e arte contro la guerra. Abbiamo creato installazioni artistiche, organizzato una ‘biblioteca umana’ e proiettato film sul tema dell’antimilitarismo. Dopo quell’esperienza ci siamo sentitə meno solə.
Abbiamo discusso in profondità cosa significhi per noi il concetto di antimilitarismo, come parlarne nei nostri contesti locali e quali strumenti possiamo usare per promuovere la prevenzione dei genocidi e la resistenza. Abbiamo esplorato diverse metodologie di educazione non formale, scoprendo perché certe tecniche funzionano meglio di altre. Mi porto a casa strumenti pratici che posso usare nella mia vita quotidiana, sia personale che professionale.
Sono grata per questa esperienza perché mi ha mostrato che c’è ancora molto da fare, ma che possiamo farlo insieme. In pochi giorni abbiamo costruito una rete di solidarietà che ha nell’azione collettiva il suo cuore pulsante.
Consiglio a tuttə di conoscere meglio il collettivo No More War, soprattutto a chi è interessatə all’azione politica all’interno di SCI e ai temi dell’antimilitarismo. È un gruppo di persone intelligenti, motivate e profondamente impegnate. Meritano davvero di essere seguitə!”