Il movimento SCI – Service Civil International
Service Civil International, è stato fondato nel 1920 da Pierre Cérésole, un pacifista svizzero, ispirato dall’idea che l’azione pratica potesse essere uno strumento di riconciliazione tra i popoli e di costruzione della pace.
La scintilla iniziale del movimento si accese a Verdun, in Francia, luogo simbolo della distruzione della Prima Guerra Mondiale. Qui, un gruppo di volontari provenienti da diverse nazioni si riunì per ricostruire il villaggio di Esnes-en-Argonne, distrutto dai combattimenti. Questo primo campo di volontariato fu un’esperienza innovativa perché univa il lavoro manuale alla promozione della solidarietà internazionale.
Negli anni successivi, lo SCI si ampliò affrontando le grandi sfide del XX secolo. Durante gli anni ’30, i volontari dell’organizzazione parteciparono a progetti significativi, tra cui:
- La costruzione di infrastrutture in aree devastate dalla guerra civile in Spagna.
- La lotta contro l’impatto delle alluvioni in Francia e Svizzera.
- Interventi a sostegno delle comunità più vulnerabili durante la Grande Depressione.
Nel secondo dopoguerra, lo SCI giocò un ruolo cruciale nella ricostruzione dell’Europa devastata dal conflitto. Furono organizzati campi di volontariato per supportare le comunità distrutte dalla guerra, promuovendo la cooperazione internazionale e la riconciliazione tra ex-nemici.
Durante il processo di decolonizzazione, SCI sostenne movimenti locali nei paesi del Sud globale, rafforzando il suo impegno per la giustizia sociale. Negli anni ’60 e ’70, l’organizzazione iniziò a collaborare con gruppi in Africa, Asia e America Latina, portando avanti progetti di volontariato a sostegno delle comunità locali.
Per maggiori informazioni visita l’archivio online di SCI.
La Storia di SCI Italia
La branca italiana, Service Civil International – SCI Italia, nacque ufficialmente nel 1948, in un periodo di ricostruzione post-bellica. Fin dall’inizio, l’organizzazione si distinse per il suo impegno nell’affrontare le sfide sociali ed economiche di un Paese segnato dalla guerra.
Uno dei primi campi di volontariato si tenne a Fossoli, dove SCI Italia collaborò alla trasformazione di un ex-campo di transito in un luogo di memoria e riflessione. Negli anni successivi, SCI Italia promosse campi in aree rurali e urbane, contribuendo alla ricostruzione materiale e sociale delle comunità italiane.
Negli anni ’50 e ’60, SCI Italia iniziò a coinvolgere sempre più volontari italiani in progetti internazionali, offrendo loro l’opportunità di lavorare fianco a fianco con persone di culture diverse. Allo stesso tempo, organizzò campi in Italia per accogliere volontari stranieri, favorendo uno scambio interculturale che rimane ancora oggi elemento fondante del movimento.
Durante gli anni ’70 e ’80, SCI Italia fu attiva in campagne per i diritti umani e la pace, affrontando questioni come la lotta contro il razzismo e la promozione della solidarietà con i paesi in via di sviluppo. Collaborò anche con gruppi locali per promuovere l’inclusione sociale e sensibilizzare sulle tematiche ambientali.
Con il passare del tempo, SCI Italia ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo progetti di volontariato a lungo termine, attività di formazione e scambi giovanili. Oggi, l’organizzazione continua a essere un punto di riferimento per chi crede nell’importanza del volontariato internazionale come strumento per costruire un mondo più giusto e che rifiuti qualsiasi forma di violenza.
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