Un workcamp indimenticabile in India

Debora e volontari sorridono con pizze fatte insieme.

Debora Mantovani ha partecipato a un workcamp in India a novembre 2024 con lo SCI. In questo articolo condivide con noi la sua esperienza unica e i momenti più significativi vissuti durante il progetto.

“È stata un’esperienza straordinaria: ho condiviso tutto con gli altri volontari senza sentirmi diversa, e loro erano semplicemente stupendi. Ero l’unica partecipante internazionale; tutti gli altri provenivano da varie regioni dell’India. Questo ha reso il progetto ancora più interessante e particolare. Ho scelto l’India tra tre opzioni perché mi sembrava la più adatta come prima esperienza di campo.

Quello che mi è piaciuto di più è stato il contatto diretto con la gente del posto e l’importanza che attribuivano alla mia età. Ero più grande rispetto agli altri volontari, che mi consideravano una sorta di saggia, quasi una guida. Mi trattavano con grande rispetto, un valore che qui spesso manca. I volontari, tutti più giovani, venivano spesso a parlare con me, raccontandomi le loro storie e chiedendomi consigli. Abbiamo condiviso tanto, e questo mi ha arricchito profondamente.

Anche a scuola ho vissuto qualcosa di speciale. Quello che mi ha colpito di più è stato il loro modo di educare i bambini alla felicità e alla gratitudine. Sono tolleranti, non giudicano e rispettano le diversità, un esempio straordinario. I bambini avevano tra i 6 e i 15 anni, a seconda della classe. Ogni mattina seguivano una bellissima routine: facevano colazione, meditavano e iniziavano le lezioni alle sette. Parlavo con loro in inglese e, anche se a volte la comunicazione era difficile, questo non è stato un grande ostacolo.

Uno dei momenti più belli è stata la serata italiana, durante la quale ho insegnato loro a fare la pizza, simbolo della nostra cultura. Non è stato semplice trovare tutti gli ingredienti, perché nei loro mercati è tutto molto diverso, ma alla fine ci sono riuscita. Abbiamo organizzato una “pizza night,” e li ho anche introdotti a qualche parola di italiano. Ogni mattina mi salutavano con un “Buongiorno, come stai?” È stato un vero scambio culturale, soprattutto perché ero l’unica non indiana.

Abbiamo anche avuto una serata dedicata alla cucina indiana. Ho cucinato con loro e assaggiato tante cose nuove. La cosa che mi ha colpito è che mangiano con le mani. Mi avevano offerto una forchetta e un coltello, ma ho preferito seguire la loro tradizione, per rispettare appieno la loro cultura.

Tra i miei momenti preferiti c’erano le mattine, alle 7. Nonostante il freddo pungente, sia al mattino che alla sera, trovavo pace nella camminata meditativa. Consisteva nel camminare lentamente, in silenzio, nella nebbia, concentrandomi solo sui suoni e sui passi. Eravamo a circa 500 metri di altitudine, circondati dalle maestose montagne dell’Himalaya. È stata un’esperienza profondamente nuova e bellissima.

Prima di partire, ho partecipato alla formazione al volontariato internazionale organizzati dal Servizio Civile Internazionale Italia a Roma. Questa preparazione mi ha aiutato a vivere il workcamp con la giusta mentalità. Mi ha insegnato a essere presente, a non scattare foto per i social, ma a godermi il momento con i bambini. Ho ricevuto consigli semplici ma preziosi, come l’importanza di trattare tutti allo stesso modo senza fare preferenze.

Questo workcamp mi ha lasciato ricordi indimenticabili e una motivazione di partecipare a nuovi progetti.”

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