La lettera dalla Svizzera che ci manda Matteo, volontario ESC per un anno.

Schloss Glarisegg, Steckborn, Svizzera,
15 Giugno 2022

Giusto ieri, sono passati 5 mesi dal mio arrivo in terra Svizzera. Precisamente in quel di Schloss Glarisegg (che in tedesco significa Castello di Glarisegg, e l’edificio principale, che fu costruito da un nobile verso fine del ‘700, è sostanzialmente un castello), un ecovillaggio poggiato sulle rive del lago di Costanza. Località spettacolare, davvero pacifica e ricca di paesaggi naturali: il lago di fronte, la foresta alle nostre spalle ( di cui posso goderne di una bellissima vista dalla finestra di camera mia) e colline coltivate e non tutto attorno. Le grosse città qui sono distanti, la più grossa nei paraggi è ovviamente la bellissima Costanza, che con i suoi 100.000 abitanti scarsi, per un milanese come me, è poco più che un paesotto.

Dunque mi trovo qui, immerso nella natura e circondato dalla quiete ad occuparmi niente di meno che del giardino permaculturale dell’ecovillaggio. Qui la comunità di Schloss Glarisegg scende direttamente in pantofole da casa (o scalzi, ora fa caldo) per raccogliere i frutti del nostro lavoro: insalate, cavoli, carote, mais, pomodori, kohlrabi (non ho idea di come si
chiami in italiano), piselli e un’ ampia varietà di altri ortaggi, erbe selvatiche e frutti.

Di cosa mi occupo io in buona sostanza? C’è sempre qualcosa da fare qui e i compiti sono i più disparati: preparare il compost impilando scarti organici di varia natura, sterco di cavallo, paglia e innaffiando il tutto con EM ( Effective Microorganisms) e urina – ebbene si, non buttiamo via nulla. Ovviamente ci prendiamo cura delle piante, dalla semina, al trapianto, innaffiatura, qualche sfoltita se necessaria e così via. Anche le anatre qui prendono qualche attenzione, specialmente con l’arrivo di 4 anatroccoli, venuti al mondo giusto una settimana fa.

Lavorare la terra è pesante, ma il lavoro qui è ben gestito e siccome si lavora per coltivare cibo che viene consumato dalla comunità, non abbiamo grosse pressioni o stress che potrebbero derivare da una produzione destinata alla vendita: qui ci mettiamo amore, tempo e dove non arriviamo noi, ci arriva la natura. Ed in tutta onestà, anzi, a volte vorrei lasciare ancora più spazio alla natura e meno lavoro per noi, ma il bello della permacultura è anche questo, differenti visioni si interesecano e lasciano spazio a esperimenti e prove. Onestamente amo passare tempo in giardino, girare tra i vari letti, osservare quello che succede, raccogliere e mangiare ciò che cresce, è fantastico. La comunità poi offre un sacco di opportunità, tra i vari seminari e contatti con le persone del posto, c’è un enorme spazio per imparare, mettersi alla prova, ascoltare e ascoltarsi. E anche in questo il giardino aiuta.

Io voglio concludere così quindi, con un augurio per tutti/e quelli/e che leggeranno, di trovare posti del genere, dove ci sia spazio per connettere con le persone, sentirsi in comunità e anche a volte sentirsi un po’ soli – che credo di tanto in tanto possa far bene -, poter meditare su di noi, su ciò su cui lavoriamo, su ciò che mangiamo e su ciò che vogliamo. Poichè credo che in fondo, senza voler andare troppo sul trascendentale o sul filosofico, la terra possa sempre dare buoni consigli.

Un abbraccio a tutti e a tutte da Schloss Glarisegg,

– Matteo

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