In questi giorni sta navigando verso Gaza la Sumud Flotilla, la più ampia spedizione civile via mare mai organizzata, con l’obiettivo dichiarato di rompere l’assedio imposto alla Striscia e di consegnare generi alimentari a una popolazione ridotta alla fame. È evidente che poche tonnellate di aiuti non siano sufficienti a invertire le condizioni materiali di vita di oltre due milioni di persone, tuttavia tale iniziativa assume un rilievo politico e simbolico di portata eccezionale. La sua funzione è quella di interpellare direttamente la comunità internazionale, richiamandola alle proprie responsabilità storiche e giuridiche.
Occorre ribadire con chiarezza: la carestia che si sta consumando a Gaza è il risultato di una precisa strategia militare. L’uso della fame come arma costituisce una violazione del diritto internazionale e si iscrive in un contesto più ampio di occupazione coloniale, regime di apartheid e pratiche genocidarie.
La storia, oggi, non appartiene a chi osserva dall’esterno. La storia sono coloro che resistono: il popolo palestinese che da oltre ottant’anni sopporta la violenza dell’occupazione, il personale medico palestinese e internazionale che continua a prestare cure, pur divenuto esso stesso obiettivo militare, i media locali diventati bersaglio nella guerra di propaganda del IDF, e le persone che usando i loro corpi hanno scelto di imbarcarsi sulla Flotilla, assumendosi rischi personali ingenti per denunciare la strumentalizzazione politica della fame.
La Palestina ci insegna cosa significa non piegarsi all’oppressione e alla violenza. Lo SCI è presente in quella zona del mondo da quasi 70 anni e sempre in maniera NonViolenta. Oggi più che mai siamo convinti che la strada per contrastare le armi e gli eserciti di occupazione sia la NonViolenza e la Sumud Flotilla rappresenta questi nostri valori.
Sumud vuole dire restare saldi e radicati, come lo e’ l’Ulivo, sia questa Flotilla sia lo SCI hanno radici profonde nella convinzione che la NonViolenza sia il modo di contrastare le strategie di guerra e genocidio. Non ci viene in mente nulla di più NonViolento che portare cibo a chi ne ha bisogno e rompere un assedio che sta imponendo la carestia ad un popolo.
La Global Sumud Flotilla è un atto di solidarietà e resistenza civile transnazionale che si colloca all’interno di una genealogia di mobilitazioni globali contro l’oppressione. Dai volontari internazionali che combatterono nella guerra civile spagnola, al movimento di boicottaggio e solidarietà contro l’apartheid sudafricano, fino alle precedenti Freedom Flotilla per Gaza, il filo conduttore è quello della società civile globale che si erge contro le ingiustizie sistemiche quando le istituzioni si rivelano complici o inerti. Una storia in cui il Servizio Civile Internazionale, movimento pacifista e nonviolento, è stato attivo negli anni, da sempre essendo contro le azioni, non contro le persone.
La Flotilla dimostra che la solidarietà internazionale non è mero accompagnamento morale, bensì una pratica politica capace di produrre effetti reali. Essa ci obbliga a una scelta: oggi il silenzio e l’inerzia equivalgono a complicità
Per usare la parole di Andrea Colamedici dalla tappa della sumud a Catania “governi e media complici hanno provato anche a rubarci l’immaginazione, hanno provato a farci credere che siamo impotenti che possiamo soltanto guardare l’orrore sui nostri schermi, sentirci male e poi tornare alle nostre vite. Che la rabbia e il disgusto possono solo imploderci dentro, senza sfogo, senza la possibilità di cambiare le cose. Vogliamo riprenderci il nostro immaginario. Perché la Sumud Global Flotilla non è soltanto una straordinaria operazione umanitaria, è anche un atto di immaginazione politica condivisa, di creazione di comunità . È’ la dimostrazione che possiamo trasformare la nostra disperazione in movimento, indignazione in solidarietà. Non avranno la nostra rassegnazione, non avranno la nostra impotenza. Possiamo mettere i nostri corpi di mezzo, possiamo immaginare un mondo diverso. Sumud perseveranza incorabile, è la determinazione del popolo palestinese a esistere con enorme dignità nonostante tutto. Queste navi non portano solo medicine e cibo, portano la prova che l’immaginario si può riconquistare, che possiamo tornare a sentirci parte di qualcosa più grande di noi e dimostra che la comunità esiste e la speranza non è ingenua ma rivoluzionaria, che l’azione collettiva è la cura al veleno del impotenza”.
Il Servizio Civile Internazionale è sempre stato azione collettiva NonViolenta che rifiuta di normalizzare le guerre e i genocidi ovunque essi vengano perpetrati, agendo coi nostri corpi e le nostre azioni e non limitandoci alle belle parole. Un mondo diverso è ancora possibile e per questo sosteniamo con forza la Sumud Flotilla e chiediamo a tutte le persone di fare lo stesso.
In tale prospettiva, SCI Italia riconosce nella Flotilla la piena espressione dei propri obiettivi storici. La Flotilla non rappresenta soltanto un convoglio umanitario, ma un esperimento politico che riafferma la capacità dei popoli di costituirsi come soggetto collettivo oltre i confini statali e le logiche di potere.
Qual è dunque il ruolo che ci compete? Anzitutto, mantenere l’attenzione vigile: seguire e rilanciare gli aggiornamenti provenienti dalle organizzazioni a bordo, come gli account social di Music for Peace e di Global Sumud Flotilla. Qualora i contatti si interrompano o emergano violazioni del diritto internazionale, occorre garantire la massima diffusione delle informazioni, affinché l’opinione pubblica non rimanga nell’oscurità.