Dal 1° giugno al 6 giugno la città di Mitrovica nel nord del Kosovo ha ospitato il seminario “Methods Against War” organizzato da SCI Austria e da GAIA Kosovo SCI. Il seminario ha riguardato principalmente temi come l’antimilitarismo e la condivisione di buone pratiche e nuovi metodi di educazione non formale, al fine di diffondere l’educazione non violenta e pacifista tra i giovani.
La scelta di tenere l’intero seminario a Mitrovica non è casuale. La città vive una situazione di stallo politico e sociale fin dagli inizi della guerra tra la Serbia di Slobodan Milošević e l’Esercito di Liberazione del Kosovo (Ushtria Çlirimtare e Kosovës) verso la fine degli anni Novanta. A seguito dell’intervento militare internazionale dell’Alleanza Atlantica, il conflitto è stato congelato e separazione della città di Mitrovica segue il corso del fiume Ibar. Difatti, la città è divisa fisicamente e ideologicamente dal corso del fiume: nella parte nord si concentra la stragrande maggioranza della popolazione serba, mentre al sud, la città è popolata principalmente da albanesi. Il simbolo di tale divisione è senza dubbio il Ponte Nuovo, costruito con l’intento di ricongiungere fisicamente e simbolicamente le due comunità, nella realtà dei fatti rappresenta piuttosto il fallimento della riconciliazione con il divieto di transito per i veicoli e la costante presenza di pattuglie di polizia e militari del contingente KFOR da ambo i lati.
Nel contesto di separazione e di forte militarizzazione, che permea la vita quotidiana delle persone, si colloca il lavoro delle volontarie e dei volontari di GAIA Kosovo. Assieme alla sezione austriaca di SCI, GAIA ha deciso di portare avanti un progetto di formazione pacifista e antimilitarista in un territorio che oggi non è ancora riuscito a rimarginare le proprie ferite del passato.
Nel breve periodo del seminario giovani dai 18 ai 30 anni da Spagna, Italia, Grecia, Cipro, Serbia Danimarca, Austria, Francia e Macedonia del Nord si sono incontrati grazie al framework del Programma Erasmus+ per provare a de-costruire la narrazione nazionalista e violenta che nell’Europa di oggi sembra essere inconfutabile. I workshop si sono incentrati sull’educazione alla pace e sullo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione per fare spazio a temi come il disarmo, la risoluzione diplomatica e non violenta dei conflitti e un attivismo pacifista e inclusivo. Ogni partecipante ha messo a disposizione il proprio retroterra personale e delle proprie associazioni in un contesto paritario e non formale. Attraverso lo scambio di idee e metodi didattici informali e interattivi è stato possibile costruire nuove reti di collaborazione e scoprire realtà associative diversificate. Nonostante le esperienze fossero maturate in differenti territori si sono unite nell’obiettivo finale di una società non violenta, solidale e aperta a tutti e tutte.
Nel corso del seminario le riflessioni dei partecipanti hanno dato spunto alla creazione di un toolkit che potesse raccogliere le testimonianze e le esperienze condivise all’interno dei workshop. Il carattere aperto e orizzontale che ha caratterizzato il progetto ha posto sullo stesso piano i trainer e i partecipanti stessi, liberando il potenziale creativo e permettendo il libero scambio di esperienze e know-how. Tutto ciò che è stato condiviso, è stato messo a disposizione dei partecipanti stessi e della comunità stessa di Mitrovica.
Nel quadro dell’evento pubblico di restituzione presso il “Social Space For Deconstruction” la comunità di Mitrovica ha condiviso con i partecipanti un importante momento di scambio e condivisione. Partendo da un “viaggio mentale” effettuato attraverso il ragionamento utopico, è stata proposta una nuova società immaginaria, caratterizzata dall’assenza di conflitto violento. L’evento ha permesso ai partecipanti di visualizzare e condividere la propria idea di futuro attraverso dei laboratori di scrittura creativa, disegno e teatro per immagini.
L’esperienza ha raccolto in una città simbolo come quella di Mitrovica persone da diversi Paesi con realtà e storie differenti, che attraverso la voglia di costruire una società differente, hanno messo in comune le proprie capacità immergendosi nel contesto locale. Attraverso lo scambio e il dialogo continuo con i volontari e le volontarie presenti sul campo, il risultato ottenuto è senza dubbio il punto di partenza per una nuova generazione di attivisti e attiviste che reclamano nuovi spazi nella loro comunità e che mettono al centro nuove sensibilità e nuovo slancio vitale per il movimento pacifista e non violento.
Come parte del progetto “Not your soldier” e come risultato del seminario, abbiamo anche creato una nuova versione del toolkit “Peace on the Streets”. Include metodi educativi sul tema dell’antimilitarismo e include informazioni su come fare attivista antimilitarista. Trova l’ultima versione: Peace on the Streets_toolkit