Giulia in Giordania, davanti a un sito storico.

Dalla Sicilia al Mondo: L’esperienza di Formazione internazionale di Giulia

Giulia Lana, una diciottenne siciliana, ha partecipato quest’anno a due progetti STAR: Educational Walking Tours in Serbia e Digital Storytelling in Giordania, formazioni all’interno del progetto Erasmus+ KA2 “STAR: Story Tours Alternative Routes”, coordinato da SCI Italia. Ha condiviso come queste esperienze abbiano cambiato la sua vita, riflettendo sui suoi viaggi in entrambi i paesi.

“Quando ho visto per la prima volta il progetto Educational Walking Tours in Serbia, mi ha subito incuriosito. L’idea di una passeggiata educativa mi ha catturata, ed è proprio quello che ho scoperto durante il training in Serbia. L’esperienza mi ha aperto gli occhi su quanto si possa imparare semplicemente esplorando un luogo. Ho appreso molto, non solo sulle comunità di altri paesi, ma anche su come trovare opportunità nella mia realtà. Questo è stato il mio primo programma Erasmus+, e mi ha insegnato l’importanza di uscire dalla mia zona di comfort. Ho capito che tutto ciò che ci circonda può essere una fonte di apprendimento: basta essere aperti. Venendo da un piccolo paese della Sicilia, dove il turismo e l’economia non sono molto sviluppati, ho iniziato a vedere come attività come una passeggiata educativa potrebbero funzionare anche qui. Un tour immersivo potrebbe aiutare le persone a scoprire il nostro cibo locale, la cultura, gli artigiani e la vita quotidiana. Ero così entusiasta del progetto! Ad esempio, un tour in bicicletta potrebbe essere un’altra idea entusiasmante. Ogni partecipante ha portato qualcosa dalla propria cultura, e abbiamo imparato molto gli uni dagli altri.”

Giulia con gli altri volontari.

Giulia racconta che è ancora in contatto con i partecipanti incontrati in Serbia: “Ci sentiamo spesso, condividiamo le nostre culture e storie. Magari in futuro riusciremo anche a rivederci. Spero un giorno di poterli visitare nei loro paesi.”

Il progetto STAR in Serbia ha aperto la porta a un’altra opportunità in Giordania. “Ho conosciuto alcune persone straordinarie della Giordania durante il progetto in Serbia, e loro mi hanno invitata a partecipare a un progetto nel loro paese. Quando ho visto il tema, ho pensato: ‘Questo progetto è perfetto per me!’ Mi interessava molto perché studio Scienze Politiche e Relazioni Internazionali: sembrava fatto apposta. Una volta arrivata, ho capito che la Giordania è un paese molto diverso dal mio, ma in tanti modi mi sembrava familiare. Mi sentivo a casa. Le persone in Giordania sono incredibilmente ospitali, cucinano cibi meravigliosi e ti fanno sentire davvero benvenuto. Grazie al progetto, ho imparato l’arte dello storytelling e come scrivere in formato digitale. Ho anche realizzato un cortometraggio sul femminicidio per mostrare ad altre donne che non sono sole e che hanno il nostro supporto. Sono stata io a girare il film—è un modo così potente per raccontare una storia e trasmettere un messaggio. Inoltre, ero la partecipante più giovane lì, e questo mi ha aiutata a capire che l’età non conta: in un gruppo diversificato, c’è sempre qualcosa da imparare. Se sei il più giovane, puoi imparare molto dagli altri, e anche la persona più anziana ha qualcosa da apprendere dai più giovani.”

Prima di partire per la Giordania, molte persone l’avevano avvertita: “Per favore, non andare; è molto pericoloso.” Ma Giulia rispondeva: “Lo so.” Sì, può essere pericoloso, ma questa è la vita. In effetti, tre giorni dopo la sua partenza, c’è stato un attacco dall’Iran, e si è resa conto che avrebbe potuto coinvolgerla se fosse stata ancora lì. “Ma queste cose possono succedere ovunque, anche nella mia città. Solo perché ti trovi in una zona di conflitto non significa che sei costantemente in pericolo. Puoi stare al sicuro, e il semplice fatto di essere lì può significare molto per le persone. Puoi passare del tempo con loro, parlare, scambiare culture e offrire una pausa dalle preoccupazioni della guerra. Penso che chiunque abbia la possibilità di partire, dovrebbe farlo.”

Giulia e il suo gruppo sul balcone.

In Giordania, Giulia ha scoperto una parte di sé che non conosceva. “È stato davvero difficile essere lì, così vicino a un conflitto. Potevo vedere i razzi, sentire la tensione, e vivere cosa significhi stare accanto alla guerra. Mi sono sentita come una locale, capendo le emozioni di chi mi stava intorno. Molte persone lì hanno famiglia in Palestina, e si poteva percepire l’impatto di tutto ciò: lo si vedeva sui loro volti, lo si sentiva nelle loro emozioni. Essere in Giordania è stata l’esperienza più emozionante della mia vita, vivere con la loro cultura, la loro gente, e vedere la realtà della guerra dalla mia finestra.”

Giulia ha anche un messaggio per tutti i giovani che stanno pensando di fare volontariato con SCI Italia:
“Fatelo! Lasciate casa, andate in un posto nuovo e uscite dalla vostra zona di comfort. Scoprite il mondo! Ciò che mi entusiasma di più nella vita è provare esperienze più grandi di me. È l’unico modo per imparare su me stessa e sugli altri. La mia citazione italiana preferita è: Chi non si muove non può rendersi conto delle proprie catene—chi non si muove non si accorge delle proprie catene.”

Le esperienze di Giulia in Serbia e Giordania dimostrano il potere del volontariato e dei progetti interculturali nel formare giovani consapevoli e capaci di affrontare sfide globali. Con la sua determinazione e curiosità, Giulia incarna l’essenza del cambiamento positivo che il volontariato può portare, non solo a chi partecipa ma anche alle comunità che si incontrano lungo il cammino. Se anche tu vuoi scoprire il mondo, superare i tuoi limiti e imparare da culture diverse, il volontariato internazionale potrebbe essere il tuo prossimo passo.

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