Dal laboratorio al parco: l’estate di Maria tra volontariato e natura in Irlanda

Maria ha 30 anni, lavora come ingegnere idraulico e da tempo è impegnata nel volontariato. Nell’estate del 2025 ha deciso di partire per l’Irlanda e di prendere parte al “Killarney National Park Project”. Scopri la sua esperienza immersa nella natura selvaggia del parco nazionale irlandese.

Il campo era dedicato alla preservazione del Killarney National Park, con particolare attenzione al controllo dell’infestazione da rododendri. Le attività dei volontari erano molteplici: estirpare le piante invasive, piantare nuovi alberi autoctoni come querce e betulle, costruire gabbie protettive, rimuovere recinzioni rotte e creare barriere naturali con i rododendri morti. Ogni giorno, inoltre, una coppia di volontari si occupava di pulire la casa e preparare la cena per tutto il gruppo.

Ho scelto di partecipare perché desideravo un’esperienza di volontariato connessa con l’ambiente. Non era la mia prima volta: per otto anni ho collaborato con l’associazione “Siamo in diversi”, una fondazione livornese che lavora nel mondo della disabilità.

Ad accoglierci è stata la branca irlandese dello SCI, il Volunteering Service International (VSI), che promuove valori di cooperazione internazionale, pace e ambientalismo.

Questo campo mi ha regalato molte sorprese. Ho creato legami con persone provenienti da diversi paesi, imparando aspetti culturali e storici delle loro terre. Le attività mi sono piaciute tutte, soprattutto perché erano molto varie e ci permettevano di scoprire parti diverse del parco. L’interculturalità è stata veicolata non solo dal dialogo tra volontari, ma anche dalla rotazione in cucina: grazie a questo abbiamo potuto sperimentare abitudini culinarie di molti paesi.

Ho imparato ad essere più paziente, a condividere spazi comuni con persone sconosciute e a vivere in modo più collettivo. Mi è piaciuto molto variare le attività di lavoro e avere il tempo di esplorare il parco nei momenti liberi.

Il contributo del campo alla costruzione della pace è evidente: il rispetto dell’ambiente è strettamente connesso a questo obiettivo. La popolazione locale si è mostrata entusiasta del nostro lavoro e ci ha fatto sentire parte integrante della comunità.

Un valore aggiunto è stata la presenza costante dei rangers, sempre gentili e disponibili, pronti a darci consigli sul lavoro e spiegazioni naturalistiche. Ho apprezzato anche la politica vegetariana del campo, che rispecchiava perfettamente i valori di rispetto e sostenibilità che lo caratterizzavano.

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