Alejandro de la Cruz racconta il suo primo workcamp a Cucciago

Alejandro de la Cruz è un volontario ESC presso SCI Italia. Durante l’estate ha partecipato al suo primo campo di volontariato, “Summer Vibes Global energy for local activities”, a Cucciago.


Lo scorso 25 luglio ho avuto l’opportunità di partecipare al mio primo campo di volontariato nel comune di Cucciago. Dopo quasi un anno di lavoro nell’organizzazione e preparazione dei workcamps, finalmente potevo viverlo dall’interno e scoprire come si sviluppa nella pratica. Sapevo, in parte, cosa aspettarmi, ma allo stesso tempo non avevo idea di tutto ciò che mi attendeva. Ero entusiasta e con tanta voglia di mettermi alla prova.

Al mio arrivo, ho conosciuto i miei compagni di squadra, un gruppo variegato proveniente da Spagna, Repubblica Ceca, Ucraina, Azerbaigian e Italia. Tutti condividevamo la stessa motivazione: iniziare questa avventura e diventare un vero gruppo.

Gruppo di amici davanti al Duomo di Milano.

Le attività che abbiamo svolto sono state molto diverse: abbiamo collaborato in un centro estivo con bambini piccoli, partecipato al restauro dell’arredo urbano, lavorato insieme agli operatori del comune di Cucciago e, addirittura, contribuito all’organizzazione del festival Donna della Neve, che è stata senza dubbio una delle esperienze più arricchenti. In tutte queste attività siamo sempre stati circondati da persone del posto che ci hanno accolto con un sorriso e ci hanno accompagnato nel processo di integrazione nella loro comunità, così attiva e accogliente.

E senza dubbio, questa è stata la mia parte preferita: le persone. Indipendentemente dall’età ,bambini, adolescenti, adulti o anziani, tutti si sono avvicinati a condividere le loro storie e a creare un vero legame con noi. Ho ricordi molto speciali del gruppo giovanile Scusciagatt e dei volontari più anziani che, nonostante la barriera linguistica, ci hanno fatto sentire a casa. È stato un onore sentirci abitanti di Cucciago per dodici giorni.

Se c’è una cosa che posso dire su questo campo di volontariato è che non solo rafforza la comunità locale, ma trasforma anche te stesso. Mi sono ritrovata a fare cose che non avrei mai immaginato: cucinare per centinaia di persone durante un festival, organizzare attività con bambini piccoli con i quali non condividevo la lingua, smontare le strutture di un evento… Tutto questo mi ha costretto a uscire dalla mia zona di comfort e mi ha fatto capire l’importanza dei campi di volontariato nello sviluppo personale.

Inoltre, grazie all’ottima posizione, abbiamo avuto la possibilità di visitare città vicine nel nostro tempo libero, come Milano, Como e Varenna. Questi momenti ci hanno permesso di rafforzare ulteriormente i nostri legami e di costruire una squadra ancora più unita.

Gruppo di persone con magliette rosse a una festa all'aperto di notte.

Il fattore umano resterà sempre l’aspetto più importante, quello che porterò con me: la gioia sui nostri volti quando Arigaldo ci ha portato una lasagna fatta in casa (la migliore che abbia mai mangiato), le passeggiate con Vittorio mentre ci raccontava la storia di Cucciago, gli abbracci dei bambini con cui giocavamo, le risate in cucina mentre cucinavamo e servivamo, le partite a carte nei momenti liberi, la cena culturale o, semplicemente, quelle passeggiate all’aria fresca ogni mattina andando a svolgere le attività del giorno.

È stato un onore far parte della prima generazione di volontari che ha partecipato a questo campo a Cucciago. Ancora più bello è stato sapere che, grazie alla felicità lasciata dopo la nostra esperienza, il prossimo anno verrà ripetuto e altri volontari avranno l’opportunità di portare sempre con sé un pezzetto di Cucciago.

Torna in alto