L’approccio all’interculturalità per i bimbi e bimbe attraverso l’educazione non formale e lo sport – Testimonianza campo in Estonia di Gaia

Gaia ha partecipato al campo di volontariato di breve termine “Taevaskoja Youth Camp 2” nel sud dell’Estonia a inizio luglio. Taevaskoja Youth Camp è il campeggio di trekking per bimbi e bimbe attivo da ormai 25 anni. L’obiettivo di Taevaskoja è quello di sostenere lo sviluppo dei bambini e bambine attraverso lo sport e l’educazione non formale. Durante questo campo estivo i bambini e bambine partecipano a diversi laboratori sulla salute, la sicurezza, la cultura e attività sportive di arrampicata e trekking.

Ogni giorno, questo campo ha avuto un programma completato da coordinatori locali e volontari internazionali. I volontari sono stati coinvolti nei laboratori legati alla loro cultura. È così che i principali attività sono state l’apprendimento interculturale attraverso la ricerca di differenze e somiglianze tra l’Estonia e i paesi da cui provengono i volontari (storia, tradizioni, lingua, canto, danza),  attraverso giochi, teatro, sport e musica.

Di seguito, conosci l’esperienza durante questa settimana di Gaia.

 


 

Sono Gaia Catanzaro, una ragazza di 20 anni che vive a Milano, studentessa della facoltà scienze e politiche ambientali all’università statale di Milano.

Dall’1 luglio all’8 luglio ho partecipato come volontaria al Taevaskoja Youth Camp 2 in Estonia, un campo avventuroso ed escursionistico, volto a promuovere l’apprendimento alternativo, per questo motivo i bambini trascorrevano il 90% de loro tempo all’aria aperta e a contatto con la natura.

I bambini erano coinvolti in molte attività come il trekking, il kayak, l’arrampicata e lo sport; ma anche diversi laboratori incentrati su: diverse culture, tutela dell’ambiente e salute mentale. Io e gli altri volontari internazionali avevamo come compito quello di aiutare nell’organizzazione dei giochi e nella gestione dei bambini, ma soprattutto far conoscere la nostra cultura.

L’ambiente del campo era molto positivo, rilassato ed inclusivo, sono riuscita a interagire con gli altri volontari e con i bambini, facendoli divertire, giocare e imparare. A proposito di questo è stato molto soddisfacente riuscire a coinvolgere bambini stranieri nella cultura italiana, attraverso semplici giochi e laboratori. Altrettanto stimolante, è stato anche conoscere la cultura del posto, tramite cibo, balli, giochi e canzoni, che mi hanno permesso di integrarmi il più possibile. È stata la mia prima esperienza come volontaria in un paese estero; non mi ero mai interfacciata con una realtà di questo tipo.

Ho scelto proprio questo campo poiché amo i bambini e avevo già avuto esperienze di volontariato in Italia, ma soprattutto per l’amore per la natura e l’ambiente. I momenti ricreativi erano sicuramente i più belli, poiché permettevano uno scambio interculturale maggiore, proprio perché tramite i giochi e le canzoni i bambini si divertivano a insegnarci nuove parole e nuove danze. La parola chiave  di questo campo è stata soprattutto l’interculturalità, ritengo che sia necessario esporre i bambini quanto più alla diversità in modo da  renderli il più possibile tolleranti a qualsiasi tipo di diversità a cui andranno in contro nel futuro; a non spaventarsi scoprendo qualcosa di nuovo ma accettarlo e soprattutto apprezzarlo, in modo tale da disincentivare l’odio e favorire la pace.

Questa esperienza di volontariato è stata estremamente formativa e completa su tutti gli aspetti: mi ha permesso di mettermi alla prova, scoprire lati di me che ancora non conoscevo, interagire con altri volontari e parlare h24 inglese.

Dunque mi sento di raccomandare a chiunque, soprattutto a tutti coloro che vorrebbero intraprenderla in solitaria, poiché aiuta a conoscere se stessi. Infine, ci tengo anche a ringraziare SCI per avermi aiutato in ogni passo per l’organizzazione di questo viaggio.

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