Domande e risposte: campo di volontariato

 

 

Domande generali sui campi di volontariato e sullo SCI

1) Cos’è un campo di volontariato internazionale?

Un Campo di Volontariato Internazionale è un’esperienza a breve termine (da 10 giorni a 3 settimane) dove si vive e si lavora insieme ad un piccolo gruppo di volontari provenienti da tutto il mondo. Si supportano varie attività di utilità sociale con diversi temi (protezione ambientale, animazione con i bambini, attività con rifugiati, organizzazione di festival culturali, lavori manuali ecc). Ogni gruppo è supportato da un Coordinatore del Campo, sono previsti giorni liberi, possibilmente escursioni, una parte studio (dove per una giornata si affronta in chiave teorica il tema del campo). Il lavoro dura dalle 4 alle 7 ore al giorno, a seconda del progetto del campo.

2) Esistono dei temi specifici?

Esistono diversi tipi di campo, e la tematica del campo è specificata nella descrizione, in modo da agevolare la scelta: Antirazzismo, antifascismo, rifugiati e Minoranze etniche; Solidarietà Nord-Sud; Pace e disarmo; Disabilità; Bambini, adolescenti, anziani; Ambiente; Sessualità e genere; Socialmente svantaggiati; Arte, Cultura, Storia; Ideologia e spiritualità.

3) Cos’è un “No more War Camp”?

Lo SCI è nato come associazione finalizzata a promuovere i rapporti interculturali, superare le barriere e i pregiudizi e costruire percorsi alternativi ai conflitti bellici, con la consapevolezza che il dialogo e la tolleranza reciproca costituiscano gli strumenti necessari per realizzare una convivenza pacifica tra i popoli. Anche ora, come nel 1920, anno del primo campo di volontariato presso Verdun, cerchiamo di fare in modo che la tematica della pace sia un aspetto caratterizzante di molti progetti SCI ed infatti si organizzano ogni anno diversi “No More War Camps”, dove la parte studio e il lavoro sono focalizzati in maniera specifica su argomenti quali il disarmo e la risoluzione pacifica dei conflitti.

4) Cos’è un Mixed Age Camp?

Per Mixed Age Camp si intende un campo di volontariato dove almeno il 50% dei volontari ha una età dai trenta anni in su. Questi progetti vanno incontro alle esigenze di quei volontari che preferiscono interagire con un gruppo di partecipanti la cui età sia un po’ più elevata della media (circa 24 anni). Non sono tantissimi e vengono organizzati per lo più dalle branche scandinave, anche se ogni branca può organizzarne più di uno. Per maggiori informazioni, si prega di contattare la Segreteria nazionale.

5) Cos’è la “parte studio”?

Un campo non significa solo lavoro & tempo libero. Rappresenta anche un’opportunità per accrescere la propria conoscenza e il proprio bagaglio culturale. La parte studio è un momento del campo (dalla durata variabile) dove si affrontano in chiave teorica gli aspetti pratici del campo. Può prevedere escursioni tematiche, la realizzazione di workshop, discussioni con esperti, visite a musei, approfondimenti della conoscenza con la comunità locale.

6) Esistono anche campi per famiglie?

Sì, alcuni campi accettano famiglie con figli, bambini o adolescenti. Per maggiori informazioni si prega di contattare la Segreteria nazionale. I figli sotto i 16 anni pagano quota campo ridotta a 30€ + tessera SCI di 25€, ma non sono coperti dall’assicurazione SCI.

7) Esistono limiti d’età?

L’età minima per partecipare ai campi di volontariato è di 16 anni, per campi in Italia, Europa, Russia, USA, Canada, Australia, Giappone, Malesia, Hong Kong, Corea del Sud, Turchia. Sono però limitati i posti per minorenni nei campi all’estero. In ogni caso, i genitori o le persone responsabili del minore sono tenute a compilare la Liberatoria minorenni Non esistono limiti d’età verso l’alto, se non quando specificato nella descrizione del campo. I campi in Asia, Africa, America Latina e Mediterraneo prevedono invece un’età minima di 20 anni.

8) Quale è l’età media dei partecipanti?

Secondo le nostre statistiche internazionali i volontari che si iscrivono presso le nostre branche hanno generalmente una età compresa tra i 18 e i 25 anni. Due volontari su tre sono ragazze.

9) Cosa si intende per “partner organization”?

Lo SCI ha 43 branche in tutto il mondo e collabora anche con le cosiddette organizzazioni partner. Si tratta di associazioni che ricevono volontari SCI sebbene non appartengano al nostro network, e sono quindi indipendenti dalle decisioni prese dai nostri organi esecutivi.

10) Chi è il “coordinatore di campo”?

Ogni campo dovrebbe prevedere la presenza di uno o più coordinatori. Il coordinatore non è un leader che ha sulle spalle la responsabilità dell’intero gruppo, ma è un volontario come tutti gli altri che ha però il compito di facilitare le dinamiche di gruppo e tenere i contatti con gli organizzatori del campo. I coordinatori vengono di solito formati dalle branche per mezzo di specifici seminari di formazione. Per saperne di più, consulta la pagina Coordinare un campo.

11) Chi è il “project partner”?

Lo SCI Italia organizza campi di volontariato appoggiandosi ai cosiddetti project partner. Si tratta di associazioni, cooperative, comuni, privati che mettono a disposizione le loro risorse per ospitare i volontari internazionali. Il lavoro deve avere una rilevanza di carattere sociale e non può in nessun modo essere utilizzato a fini di profitto individuale.

12) Come trova lo SCI i finanziamenti per i campi, l’ufficio e i progetti?

Lo SCI Italia è una organizzazione non governativa internazionale, che si autofinanzia prevalentemente per mezzo delle quote di iscrizione ai campi di volontariato, del 5 per mille e delle donazioni. Specifici progetti vengono finanziati da enti locali, dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Comunità Europea. I campi di volontariato internazionale in Italia sono principalmente finanziati dal project partner che accoglie il campo.

13) Quando e dov’è stato organizzato il primo campo di volontariato internazionale?

Il primo campo SCI è stato organizzato nel 1920 presso Verdun, al confine franco-tedesco, dal pacifista svizzero Pierre Ceresole, fondatore dell’associazione. Volontari francesi, tedeschi ed inglesi si ritrovarono a lavorare insieme per la ricostruzione del villaggio di Esnes, distrutto dal primo conflitto bellico.

 

Iscrizione

14) Come posso scegliere un campo?

La scelta del campo può essere effettuata in base a diversi criteri: alcuni volontari sono interessati prevalentemente alla destinazione, altri al lavoro, altri ancora alla parte studio. È bene riflettere circa le proprie aspettative e il contributo che è possibile offrire al progetto in base alle competenze e agli interessi personali. Ancor prima di compilare l’application è bene chiedersi: posso permettermi le spese di viaggio, in caso di accettazione? Sono veramente interessata/o al campo? Ho le giuste motivazioni? Talvolta capita infatti che i volontari, dopo l’accettazione, si rendano conto che non possono sostenere le spese o si intimoriscono di fronte alle difficoltà di organizzare il viaggio.

15) È possibile partecipare a più di un campo?

Sì, conformemente alle date di inizio e fine dei campi. Alcuni volontari pianificano l’estate in modo tale da partecipare consecutivamente a due o anche tre campi. Chi vuole partecipare a più di un campo dovrà compilare due (o più) application form e pagare due (o più) quote di partecipazione (ma solo una quota di tesseramento annuale).

È un’ottima soluzione per passare un mese o più viaggiando e collezionando esperienze uniche!

16) Perché è necessario inserire più scelte nell’application form?

Perché la prima scelta potrebbe essere indisponibile (per via del “gender balance”, perché due italiani sono stati già accettati, perché nel frattempo il campo si è riempito). I placement officers in ufficio salteranno quindi, senza avvertire i volontari, alle scelte successive, fino a quando non si troverà un campo con posti liberi. Si consiglia quindi ai volontari di riflettere prima di inserire le scelte: si potrà essere accettati infatti anche ad un campo posizionato alla sesta scelta!

17) In che lingua va compilato il modulo di iscrizione (application form)?

L’application form va compilata in inglese (seguendo le istruzioni dal nostro sito). Alcuni campi richiedono la compilazione di moduli extra (per i campi in Inghilterra e Irlanda con disabili e bambini, ad esempio) o la compilazione di una lettera di motivazione, a volte nella lingua locale. Per maggiori informazioni si prega di rivolgersi alla Segreteria nazionale.

18) Devo creare una nuova application form ma workcamps.info non me lo permette. Cosa devo fare?

Quando si è già inviata un’application form, non è possibile inviarne un’altra subito dopo in quanto il sistema riconosce il processo come già avvenuto. Per questo, è necessario scrivere all’indirizzo outgoing@sci-italia.it chiedendo di essere abilitati a creare una nuova application.

19) Cosa succede dopo che un/a volontario/a viene accettato ad un campo?

I volontari accettati ai campi di volontariato ricevono, generalmente in tempi brevi, una comunicazione di accettazione dallo SCI Italia. Almeno un mese prima dalla data di inizio campo ricevono anche l’infosheet, con le informazioni utili su come raggiungere la destinazione. I volontari sono tenuti inoltre a confermare la loro partecipazione al campo inviando una mail di conferma allo SCI Italia e alla branca ospitante.

20) Cosa accade in caso di cancellazione del campo?

La cancellazione di un campo è un fatto che non accade spesso, ma può capitare in caso di calamità naturali o improvvisi problemi con i finanziamenti al progetto. In caso di cancellazione, la branca ospitante provvederà a fornire delle alternative ai volontari, proponendo un campo alternativo le cui date e il cui tema coincidano il più possibile con quelle del campo cancellato. Si richiede pertanto ai volontari una certa flessibilità per andare incontro alle proposte della branca. Se non saranno disponibili delle alternative, ai volontari verrà rimborsata la quota di partecipazione (non verranno rimborsati i 25 euro di tessera annuale, che rimane valida). Il rimborso dei costi di viaggio (nel caso in cui i biglietti siano stati acquistati prima della cancellazione) dovrebbe essere a carico della branca ospitante che cancella il campo, e non dello SCI Italia.

21) I volontari che hanno cancellato la partecipazione al campo hanno diritto ad un rimborso della quota d’iscrizione?

I volontari che, per problemi indipendenti dallo SCI, non possono più partecipare al campo, non hanno diritto al rimborso della quota di partecipazione.

IMPORTANTE: Informazioni più dettagliate sui rimborsi e sui Bonus Campi a questo link.

22) Posso partecipare ad un campo con un’altra persona di mia conoscenza?

È una richiesta tipica. Alcuni volontari vogliono partecipare in coppia o con amici. In teoria è possibile, bisogna prima informarsi sui posti a disposizione (solo due volontari dallo stesso paese possono partecipare allo stesso campo) e compilare il punto 14 dell’application form (I’d like to participate with …). In alcuni campi non vengono accettate “coppie”, poiché si teme che questo possa alterare le dinamiche di gruppo.

23) Quanti volontari italiani possono partecipare allo stesso campo?

Non più di due, salvo eccezioni. Nei campi in Italia è possibile che i volontari italiani siano più di due.

24) Che cos’è il “gender balance”?

Nei campi SCI si cerca di rispettare l’equilibrio dei partecipanti, riguardo genere e provenienza. Un campo ideale sarebbe un campo dove il 50% dei partecipanti sono donne e l’altro 50% uomini e tutti provengono da un paese differente. Ciò non è sempre possibile, anche perché due terzi dei nostri volontari sono donne. È possibile che una volontaria di sesso femminile non venga accettata al campo, sebbene ci siano ancora posti liberi. Questi infatti verranno destinati a volontari di sesso maschile, se i partecipanti finora iscritti sono tutte donne.

25) Cosa devono pagare i volontari per partecipare ad un campo SCI?

Per partecipare ad un campo è richiesto il pagamento della quota di partecipazione e la quota di tesseramento annuale. I costi di viaggio sono a carico del volontario, mentre vitto, alloggio e assicurazione sono forniti gratuitamente per tutta la durata del campo.

26) Non parlo bene l’inglese. Posso partecipare ad un campo?

L’inglese è in questo momento una delle lingue più parlate al mondo, soprattutto tra i ragazzi. Poiché in un campo i partecipanti provengono da diversi continenti, la conoscenza di tale lingua è sicuramente un vantaggio. I volontari che non posseggono una conoscenza avanzata dell’inglese non si devono però spaventare: ciò che conta è la disponibilità all’incontro e la motivazione. Alcuni campi richiedono però competenze linguistiche specifiche: è il caso dei campi con persone disabili o bambini in Irlanda, Inghilterra e USA, o i campi con rifugiati o persone disabili in Belgio, Francia e Svizzera francese, dove la conoscenza della lingua francese è necessaria. I requisiti sono in ogni casi specificati nella descrizione del campo.

27) È necessario sapere parlare la lingua del luogo per partecipare ad un campo?

È sicuramente un vantaggio ma se non è specificato nella descrizione del campo non è un requisito necessario.

28) Di cosa si occupano i “placement officers”?

I placement officers lavorano presso gli uffici delle branche SCI nel mondo e si occupano della procedura del piazzamento dei volontari. È un lavoro molto faticoso, che richiede pazienza, precisione e costante presenza. Spesso i placement officers sono volontari a lungo termine che prestano servizio presso una branca estera.

 

Assicurazione

29) I volontari sono assicurati durante il campo di volontariato?

Sì, i volontari sono coperti da una assicurazione per tutta la durata del campo. Bisogna però notare che l’assicurazione SCI non copre gli infortuni che capitano durante il tempo libero o durante il viaggio. Si consiglia quindi, se si sente la necessità di avere una copertura maggiore, di provvedere autonomamente con una assicurazione privata.

Scarica qui le informazioni sulla copertura assicurativa.

30) Cosa succede in caso di infortunio durante il campo?

La/il volontaria/o che dovesse infortunarsi durante le attività lavorative di un campo può richiedere le cure mediche pubbliche o private del posto (si consiglia di portare con sé la tessera sanitaria). Al momento delle cure mediche, il coordinatore del campo dovrà accertarsi che il medico curante compili un apposito modulo che sarà poi inviato alla sede centrale dello SCI ad Anversa. Ciò permetterà il successivo rimborso delle spese affrontate.

Prima del campo

31) Cosa devo portare con me al campo?

Tutto l’occorrente da portare con sé viene specificato nell’infosheet. Di solito sono necessari: sacco a pelo (talvolta anche un materassino, se specificato anche la tenda), scarpe robuste, vestiti da lavoro, materiale per una serata culturale dove si presenta il proprio paese.

32) Che cos’è l’infosheet?

L’infosheet è un documento addizionale che viene recapitato (via mail e non più tardi di un mese dall’inizio del campo) ai volontari accettati ad un campo. Contiene varie informazioni riguardo: come raggiungere il posto, che tipo di lavoro si affronterà, cosa portare, come sarà l’alloggio, cosa si farà nel tempo libero. Contiene inoltre numeri di telefono utili e contatti del project partner e, se disponibili, del coordinatore del campo.

33) È possibile partecipare ad una formazione prima di partire per un campo?

La formazione pre-partenza è obbligatoria per i campi nel Sud del Mondo. Per i campi nel Nord (Europa, paesi dell’ex URSS, Russia, Mongolia, USA, Canada, Corea del Sud, Australia, Giappone, Hong Kong e Malesia) la formazione non è obbligatoria. Nonostante questo, raccomandiamo ai volontari senza una previa esperienza ai campi di volontariato di partecipare alle formazioni pre-partenza organizzate dai gruppi locali.

34) Voglio partecipare ad un campo in un paese non UE e mi occorre il visto. Cosa devo fare?

La branca ospitante provvederà in tempi brevi ad inviare al volontario e all’ambasciata/consolato italiano una cosiddetta “Lettera di Invito”, che dovrebbe facilitare l’ottenimento del visto da parte del volontario. Sarà compito del volontario stesso recarsi all’ambasciata/consolato più vicino e finalizzare la procedura.

35) Sto pianificando il mio viaggio per il campo. Posso sapere se ci sono altri volontari italiani accettati e, nel caso, avere i loro recapiti per viaggiare insieme?

A volte è possibile che lo SCI Italia piazzi due volontari italiani nello stesso campo. Se entrambi esprimono la volontà di entrare in contatto, lo SCI Italia può fornire gli indirizzi e i recapiti dei volontari.

36) Non posso più partecipare al campo per un problema improvviso. Cosa devo fare?

In questo caso occorre informare tempestivamente la segreteria nazionale e, se si ha già l’indirizzo, la branca ospitante.

 

Durante il campo

37) Posso arrivare ad un campo di volontariato uno o più giorni dopo l’inizio?

No, è necessario di arrivare al campo il giorno, e possibilmente l’ora, indicata nell’infosheet. Il primo giorno è piuttosto importante, in quanto si facilita la conoscenza tra i partecipanti con giochi di ruolo e si presenta il progetto. È ugualmente importante terminare il campo l’ultimo giorno e non prima, per rispetto nei confronti dei volontari che rimangono e dell’organizzazione partner che accoglie il campo. Una volta arrivati al campo consigliamo inoltre di avvertire la famiglia a casa, in modo tale da evitare che siano i familiari stessi a dover contattare lo SCI Italia per chiedere informazioni.

38) Quante ore si lavora in un campo?

Dipende dal progetto. Si va da un minimo di tre ore ad un massimo di sette. In alcuni campi il lavoro può essere duro, ma in ogni caso questo viene specificato sia nella descrizione del campo che nell’infosheet.

39) Il campo è più difficile del previsto: troppo lavoro, conflitti, scarsa organizzazione. Cosa posso fare?

Può capitare che in un campo sorgano problemi dovuti ad incomprensioni o imprevisti organizzativi. Bisogna tenere a mente che partecipare ad un campo non significa trascorrere una semplice vacanza, ma vuol dire incontrare delle sfide che costituiscono spesso una possibilità di crescita e di arricchimento personale. È consigliabile cercare di risolvere i conflitti in maniera democratica e consensuale, coinvolgendo l’intero gruppo nelle decisioni. Il coordinatore dovrebbe facilitare tali dinamiche, ma è un errore pensare che sia sempre il punto di riferimento per qualsiasi problema!

40) Esiste un codice di comportamento per i campi di volontariato?

Durante un campo di volontariato i partecipanti sono invitati a: arrivare e lasciare il campo secondo i tempi e le date indicate nell’infosheet; comportarsi in maniera responsabile, rispettando gli orari di lavoro; evitare gli sprechi di risorse, rispettando l’ambiente; viaggiare in maniera responsabile; essere aperti all’incontro e tolleranti verso culture diverse dalla propria. È  importante sottolineare che il campo di volontariato non è una semplice vacanza! È possibile effettuare delle escursioni durante il campo? Sì, in molti campi sono previste delle escursioni che permettono di conoscere il paesaggio e il patrimonio culturale locale.

41) Avrò contatti con la comunità locale?

A differenza di una semplice permanenza in un hotel, la partecipazione ad un campo di volontariato consente di approfondire i contatti con il territorio, specie se si ha la fortuna di parlare la lingua locale. Spesso i volontari internazionali sono supportati da volontari locali e questo costituisce una occasione unica per comprendere la cultura ospitante.

42) Sono previsti dei giorni liberi durante il campo?

Sì, generalmente sono previsti dei giorni liberi, dedicati ad escursioni o ad attività pianificate consensualmente dal gruppo.

43) Come si struttura una giornata-tipo di un campo?

Dipende dal progetto. Di solito i giorni iniziali vengono dedicati alla conoscenza reciproca dei partecipanti e alla conoscenza del posto e del lavoro. I volontari, invitati dal coordinatore, decidono di solito in maniera democratica i turni di pulizia, spesa e cucina. Il lavoro viene affrontato in base alle capacità individuali, in modo tale che ognuno possa offrire il proprio contributo in base alle caratteristiche personali.

 

Dopo il campo

44) È possibile ricevere un certificato di partecipazione?

Sì, è possibile richiedere un certificato di partecipazione, fornendo alla Segreteria nazionale tutti i dati necessari (nome e cognome, date del campo, nome e codice del campo, data di nascita, luogo di residenza).

45) Il campo è finito. Come posso rimanere in contatto con lo SCI?

Lo SCI Italia ha sempre bisogno del supporto dei volontari. I feedback dopo il campo sono molto utili, anche per segnalare eventuali problemi occorsi durante il workcamp o semplicemente per inviare foto, impressioni e ricordi. È possibile partecipare al concorso della foto o del racconto più belli: “Scatta il campo” e “Racconta il campo“. I volontari che volessero continuare a supportare le attività dello SCI sono invitati a contattarci: abbiamo sempre bisogno del vostro supporto!

46) Esistono delle possibilità di volontariato a lungo termine?

Sì. Lo SCI organizza anche dei progetti di volontariato a lungo termine, dai tre mesi a un anno. Per maggiori informazioni consultare l’apposita pagina nel nostro sito. La partecipazione ad un campo di volontariato è di solito un’esperienza propedeutica ad un volontariato a lungo termine.

47) Posso partecipare a seminari o incontri organizzati dallo SCI?

Sia a livello nazionale che internazionale lo SCI organizza eventi, incontri e seminari aperti a partecipanti nazionali ed internazionali. Alcuni di questi sono ‘riservati’ a staffisti e ai membri degli organi e della segreteria internazionali, altri prevedono la partecipazione di interessati, attivisti e volontari. In più è sempre possibile partecipare alle attività dei vari gruppi tematici. Per maggiori informazioni contatta la segreteria nazionale e visita il sito internet della segreteria internazionale.

48) Cosa significa “educazione alla pace”?

Lo SCI è una “peace organization”, ma molti non vedono il legame che esiste, ad esempio, tra un campo ecologico e la promozione della pace. È bene ricordare che in un campo di volontariato si entra a contatto con stili di vita che possiamo definire ‘auto-sostenibili’ o ‘responsabili’. Si cerca di non alterare l’ambiente e di evitare gli sprechi, si è rispettosi nei confronti della cultura locale, si risolvono i conflitti in maniera consensuale. Tutto ciò ricade sotto la categoria di educazione alla pace, in quanto si fa la conoscenza di strumenti di interazione basati sul dialogo e la solidarietà e non sulla prevaricazione da parte del più forte.

 

Ancora hai qualche dubbio? Tranquilla/o! Mandaci una mail a info@sci-italia.it e ti risponderemo al più presto.