L’articolo è stato scritto da Cristina Tosone, che dal gennaio 2017 sta partecipando a un progetto di Servizio Volontario Europeo di un anno a Lubiana, Slovenia.
Sono ormai due mesi che vivo a Lubiana, piccola capitale europea a soli cento chilometri dal confine italiano.
Sono arrivata una domenica sera di metà gennaio, con due grosse valigie piene e tanto entusiasmo per il mio nuovo progetto: un Servizio Volontario Europeo della durata di un anno presso Zavod Voluntariat, la sezione slovena del Servizio Civile Internazionale.
L’accoglienza da parte della città non è stata delle migliori: i primi giorni ho dovuto affrontare strade coperte di neve, temperature sotto lo zero e una lingua piuttosto incomprensibile. Fortunatamente i miei nuovi colleghi hanno saputo recuperare: ho trovato un benvenuto caloroso e persone molto disponibili a darmi una mano, a lavoro e non solo. Anche adesso che e passato un po di tempo c’è sempre qualcuno che si offre di aiutarmi, non importa se per rispondere ad una email di lavoro o per ricaricare la mia nuova sim slovena.
Da un mese inoltre sto seguendo un corso di lingua, che è parte del mio progetto SVE: certamente lo sloveno ora risulta meno spaventoso rispetto all’inizio, ma sono ancora lontana dal riuscire a formulare una frase di senso compiuto! In compenso il mio inglese sta nettamente migliorando, non solo perché qui tutti lo parlano benissimo, ma anche perché l’altra volontaria europea che è qui con me parla inglese con un perfetto accento “british”.
Alla fine non ci ho messo molto ad amare la “mia” nuova città: è bastato qualche giorno perché la neve si sciogliesse e rivelasse graziosi vicoletti, palazzi in stile art nouveau, numerosi bar e ristoranti sulla riva del fiume che la attraversa. Il tutto con le meravigliose Alpi sullo sfondo.
Mi è servito poco tempo anche per conoscere delle persone, una delle principali difficoltà che normalmente chi si trasferisce all’estero è costretto ad affrontare. A una settimana dal mio arrivo infatti sono partita per il cosiddetto “on-arrival training”: ho trascorso una settimana con altri volontari sparsi tra Slovenia e Croazia, e siamo stati preparati tutti insieme ad affrontare il nostro SVE. Ognuno è stato chiamato a svolgere compiti diversi in località differenti, ma le ansie, le difficoltà e le aspettative sono ovviamente comuni a tutti.
A proposito di aspettative, il lavoro che svolgo presso Voluntariat si sta rivelando esattamente quello che pensavo: mandare e ricevere volontari dall’estero è stimolante e a volte anche divertente, sopratutto perché volontaria sono stata e sono anche io.
Sicuramente è presto per fare un bilancio o esprimere un giudizio, ma non per iniziare a raccomandare ad altri la mia esperienza.