Gentile Pierluigi,
ti ringrazio molto per la tua disponibilità a rispondere a questa intervista.
Quest’anno Servizio Civile Internazionale celebra i 100 anni di vita ed è una vera fortuna poter conoscere da te i primi passi
di SCI in Italia.
– Vuoi dirmi quando sei entrato nel SCI, e in che modo?
Cara Patrizia, sono gli scouts che mi hanno proposto di partecipare ad un campo di lavoro che mi dava l’occasione di rendermi utile alla ricostruzione del paese distrutto dalla guerra.
Il primo campo di lavoro a cui ho partecipato a 15 anni è Montenerodomo, un paese in Abruzzo distrutto per rappresaglia dai tedeschi, dove abbiamo costruito un asilo infantile.
Il campo era organizzato dall’American Friends Service Committee, l’organizzazione Quacchera americana incaricata di distribuire gli aiuti americani in Italia. Era il 1947.
I volontari italiani che hanno partecipato a quello e ad altri campi organizzati dall’AFSC (Lettopalena sempre in Abruzzo) hanno poi costituito nel 1948 la branca italiana del Servizio Civile Internazionale. Quell’esperienza è stata per me altamente formativa ed ha condizionato tutte le mie scelte di vita sia personali che professionali.
Nel 1948 e 1949 ho partecipato ad altri campi di lavoro in Francia, Olanda e Inghilterra. Ho ancora un articolo che avevo scritto su quelle prime esperienze per la rivista scout “Strade al sole” di dicembre 1948. (Allegato 1)
Nel 1950 sono stato eletto segretario della branca italiana. Questa elezione fu confermata ogni anno dall’assemblea nazionale fino al 1955. Come molti altri giovani della mia generazione fummo ispirati dalla lettura del libro di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli e così il lavoro del Servizio Civile si concentrò in quegli anni nel Mezzogiorno d’Italia e particolarmente in Calabria.
Nella prossima puntata Pierluigi ci parlerà proprio delle attività SCI dei primi anni ’50.