Sara ha partecipato al campo di volontariato “Let’s rebuild a French Fortress” con l’assosiazione “Les Amis du Fort de Jouy” finanziato dal programma “European Solidarity Corps” dell’Unione Europea questa estate dal 10 al 25 luglio in Francia. I volontari e volontarie hanno lavorato alla ristrutturazione del forte militare di Jouy-sous-les-Côtes.
Il forte si trova nell’est della Francia, non lontano da Nancy, Verdun e Metz, e il suo obiettivo era quello di proteggere la Francia da possibili attacchi tedeschi nel XIX secolo. Dal 2002, l’associazione lavora al suo sviluppo: le visite sono organizzate per i turisti ed è anche spesso utilizzato per eventi culturali e artistici.
Lei condivide con noi alcune delle sue riflessioni durante l’ultima notte del campo e la sua esperienza vissuta lì.
È una delle ultime sere qui alla fortezza e nella mia mente un marasma di pensieri vaganti non vuol proprio saperne di fermare la sua corsa. Mi trovo seduta di fianco ai miei compagni, su di una collina. Di fronte a noi uno di quei tramonti che sembrano dipinti, sui quali vengono scritte le più romantiche canzoni e poesie. E noi in silenzio davanti a tanta magia. Rivolgo lo sguardo ai miei compagni, tutti intenti ad ammirare quello stesso spettacolo. È solo uno dei diversi momenti in cui senza parlare impariamo a conoscerci. Chissà dove sta viaggiando la loro mente.
Penso e ripenso alle sere trascorse intorno ad un focolare sorseggiando birra e raccontando di noi, penso agli sguardi gentili che piano piano diventano familiari, alle lunghe chiacchierate, ai piatti tipici di ognuno preparati insieme, alle risate, alle incomprensioni dovute alla lingua o ai turni per fare la doccia e ai chiarimenti; penso ai viaggi in macchina con il finestrino abbassato, l’aria tra i capelli e la musica leggera e alle ore di lavoro.
L’attività era dalle nove alle dodici e dalle quattordici alle sedici; preparavamo la malta di cemento, sollevavamo pietre pesanti, ci passavamo secchielli colmi di sassi e sabbia… Seppur stancante, il lavoro era sempre accompagnato da canzoni e allegria. E proprio oggi abbiamo terminato di mettere in sesto un’intera parete della fortezza, che soddisfazione!
Entrare nella fortezza è stato come varcare un portale che conduce ad un’altra dimensione: è una realtà in cui ci si racconta del passato e si parla del futuro, dei sogni e degli obiettivi di ognuno, ma si vive il presente più che mai… ogni suo istante. Ed ecco che da perfetti sconosciuti provenienti da mezza Europa siamo diventati come una famiglia.
Il sole è tramontato, rimane qualche frammento di cielo rosato e alcuni volatili lontani. Anch’io tra pochi giorni prenderò “il volo” diretta in Italia. Chissà se mai tornerò a vedere queste morbide colline e il fort de Jouy, che seppur di pietra, sa abbracciare con calore.
Ciò che è certo è che saluterò i miei compagni con la promessa che non sarà un addio, ma un arrivederci in qualsiasi posto nel mondo.
SCI Italia, in quanto organizzazione di invio dall’Italia di progetti ESC, ti accompagnerà in tutto il percorso in caso vorresti vivere una esperienza di volontariato attraverso questo programma come questa che ci racconta Dalila.
- Trova i progetti ESC aperti visitando: europa.eu/youth/go-abroad/volunteering/opportunities_it
- Cos’è il programma ESC?
Hai dei dubbi/domande? Contattaci via e-mail all’indirizzo esc@sci-italia.it o chiamaci in ufficio dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.00, al numero 346 5019990.